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Uscite dal Mondo

16/02/2013

Le parole che compongo e scompongo dentro di me
sono per noi due
Non ti lascio andare, io continuo a parlarti

Le parole davanti al dolore arretrano, sfuggono, si arrendono
rimane solo la preghiera

La notte respingo il sonno
Scivolo silenziosamente davanti alla tua tomba
non ti lascio sola nel buio, no

Inseguo storie di chi piange ‘l’amato perduto’
Se questo dolore mio non è più eccezionale
Forse farà meno male, senza le parole per dire si è così soli

E invece più leggo e più abito l’inconcepibile
La vita va avanti, sì
A chi mi chiede ‘Come stai?’
cercando rassicurazioni
dico ‘meglio, il tempo…’
Dentro vago in territori senza speranza
dove il Sole Nero della Melanconia
mi scalda e mi uccide
per quello che è stato, per quello che non sarà

Basta un gesto, un suono, una folata di vento
e riaffiorano ricordi che non sapevo di avere

Non riuscivo a trattenere i singhiozzi
al tuo saggio scolastico
Tu ancora non sapevi della morte di babbo

I tuoi occhi smarriti
‘Perché piange Arianna?’
‘Perché ha mal di pancia’

Come gli occhi di Faby
quando ho pianto davanti al bigliettino di Natale
‘Ti vogliamo bene assai’
Marco, Fabiana, Gianluca
La tua firma non c’era

Ogni volta che vengo a Milano
si rinnova la mia uscita dal mondo
‘Lei a un certo punto arriverà’, mi dico mentre metto i fiori nell’acqua
‘Lei ora entrerà da quella porta’, mi dico mentre pranzo con i tuoi figli
Ogni volta torno a casa senza di te

Sono venuta lì dove ti ho perso

La prima volta era agosto
non c’era nessuno per strada
era mezzogiorno
Ho accarezzato i fiori che qualcuno ha sigillato con cura intorno al palo della luce
Sono rimasta ferma immobile a guardare un punto fisso dell’asfalto
ti ho visto lì distesa senza più vita sotto quell’auto
Fa che non abbia sofferto, fa che non abbia capito
‘Sei la sorella?’
’Sì’
‘L’ho capito subito. Sei uguale a lei. Io e mia moglie abbiamo visto tutto’
‘È morta sul colpo o era ancora viva, ha capito, ha sofferto…?’
‘Quando siamo scesi per soccorrerla, già non si muoveva più’

Eri a sei secondi dall’entrata della pista ciclabile
Sei secondi ed era fatta
Sei secondi che hanno deciso la tua vita e la nostra dannazione.

Sono tornata una seconda volta con Chris
abbiamo legato al palo delle luce
una rosa rossa
per amore tuo
e per dire addio alla vita che non abbiamo più

La vita che abbiamo conosciuto fino a quel 23 aprile se n’è andata con te
Oggi stiamo vivendo una vita nuova,
fatta di mistero, di silenzi, di racconti, abbracci,
di libri, gatti e passeggiate
sempre tenendoci per mano,
camminando sull’orlo di un abisso

Quella rosa rossa è
per Enzo
e il suo sguardo perso nel vuoto
per mamma
che non ha accanto a sé nemmeno una tomba sui cui piangerti
e inciampa continuamente nelle parole che come me non trova
poi finalmente con la voce spezzata riesce a dire:
‘È che mi manca’

Ma io non mi arrendo, Bigols
continuo a comporre e scomporre le parole e i ricordi
Con le parole ti tengo qua
vicino a me

‘Dicono che al momento della morte l’anima – che non esiste – si separi dal corpo – che non esiste più – e che, pacificata, giri su se stessa planando in cerchio nello spazio, e prima di cadere riversa in un dolce pozzo di luce ascolti il grido straziato dei vivi abbandonati rispondendo loro con una parola di profonda compassione. Come rinunciare alla possibilità, anche infima, di un ultimo messaggio? Allora, senza interrompersi, parlano al suo orecchio non volendo pensare che le parole che sussurrano possano andare perdute.’

Io continuo a cercare il tuo viso nella forma delle nuvole.

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