Le parole per dirlo
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Se chiudo gli occhi

06/04/2015

Continuo a fare sogni tormentati e stupefacenti.
La notte dormo poco, crollo la mattina presto trascinata in mondi che non sono miei.
È la terra dei morti. Sono circondata da mille anime in attesa.

Dall’altra parte c’è Chris, lo chiamo, non mi sente.
Mi dispero, non mi vede più.

Devo fare presto.
Ti sento alle mie spalle, mi volto sei lì che mi aspetti, sorridi, mi dici cose indicibili nel mondo dei vivi.
Afferro il tuo ultimo respiro e corro, corro, ho poco tempo. Devo portati di qua con me, da Chris, dai tuoi figli, da mamma.
Ogni volta quel respiro torna indietro, sfugge dalle mie mani. Non appartiene più a me e nemmeno a te.

Quando Alessandra morì, Elena le tenne la mano.
“Se chiudo gli occhi, io so che se chiudo gli occhi vado via e non torno più”.
Il volto pallido, le labbra strette, gli occhi gonfi… Racconta Elena in cerca di una consolazione, che oggi so non avrebbe mai trovato.
“Chiudi gli occhi Ale, se è quello che vuoi. Io sono qui. Ti tengo la mano. Chiudi gli occhi, non avere paura”.

La guardavamo dal balcone andare via, così piccola, così magra, trascinarsi sotto il peso di un dolore disgraziato.
“Poverina, deve essere terribile perdere una sorella”.
“No, a noi non succederà mai Bigols, mai”.
Davanti a noi tutto il mare possibile di Pozzuoli, il sole caldo, le barche a vela.

E ora che è sparito tutto, il mare e la nostra vita insieme,
mi ritrovo ad alzare continuamente gli occhi al cielo.
Ora che prima di andare a dormire accarezzo le tue foto:
piccola piccola nel campo di margherite, con Marco appena nato tra le tue braccia, io e te commosse al matrimonio di Enzo, in giardino qui da me con Faby piccolissima sulle mie spalle…
Ma non dovevamo invecchiare insieme? Con chi rido delle prime rughe e dei primi capelli bianchi, Bigols mia?
Come è potuto accadere?

Maurizio ti ha amata veramente. Ha realizzato il tuo sogno.
L’asilo nido si chiama ChezAua.

Sarei venuta da te, subito dopo il festival. Mano nella mano finalmente libere.
Da antichi fantasmi e cuori guasti, che hanno reso triste il tuo sorriso e malinconici i tuoi occhi.

Non ho fatto in tempo.

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