Le parole per dirlo
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Oggi un anno fa

23/04/2013

«Par la mort du plus pur/ Toute joie est invalidée/ La poitrine est comme evidée/ Il faut quelques secondes/ Pour effacer un monde» (M. de Houellebecq)
Morto il più puro, ogni gioia è invalidata, il petto è come svuotato, bastano pochi secondi per cancellare un mondo.

Davanti a un dolore così grande e spaventoso siamo vulnerabili, fragili.
Siamo piccoli.
Possiamo solo cadere in ginocchio e pregare.
Stamattina per la prima volta io, Enzo e mamma preghiamo insieme.
Sono arrivati Ziamia, Massimo, Francesca, Rocco, Paolo a tenerci la mano.
Piccola bimba mia, queste sono le parole che leggerò per te durante la messa.

Oggi
un anno fa
ti ho persa
Per sempre

Sei sempre nei miei occhi
come quel giorno
quando all’improvviso ho avuto la visione di te
la testina inclinata
che mi sorridevi

E la paura che tu potessi morire ha afferrato la gola e lo stomaco
Non potevo immaginare:
mentre io ti vedevo, tu morivi

Eri per me la parte intatta, incorrotta
della mia tormentata storia familiare
Era così facile amarti

Vorrei rimanere nei sogni
dove ancora ti incontro
e risento la morbidezza del tuo abbraccio
la faccia mia vicino alla tua
l’odore della pelle
sapevi di bimbo piccolo
L’ho risentito quell’odore quando ho affondato il viso nei capelli di Fabi

Nei sogni posso guardare i tuoi occhiezzulli belli
come dice mamma, piangendo
‘quegli occhiezzull belli quando si svegliava la mattina…’

È stato l’anno del ‘pensiero magico’
‘Lei tornerà’
Da quel giorno non sono più andata a casa tua
Non posso ancora permettermi di distruggere con le mie mani
l’incanto che tu, in qualche modo, possa ancora essere lì
Nel tuo regno

Subito dopo la telefonata di mamma
ho capito: ti avevo vista perché tu eri venuta da me
per l’ultimo sorriso
Mi sono ritrovata a camminare da sola nei campi
ho invocato gli spiriti di tutti tempi:
ditemi vi supplico se è viva o morta
e all’improvviso tutto intorno è stato silenzio
un silenzio mai sentito
In quel tempo e in quello spazio sospesi
solo il vento accarezzava il grano nei campi
ora, bimba mia, tu sei dentro quel silenzio?

Nel bel mezzo della vita noi siamo nella morte
La morte che avverte del suo arrivo
‘Mamma, ma non è che devo morire’
chiedevi solo pochi giorni prima mentre raccontavi il sogno di babbo che ti chiamava…

Da quel giorno, bimba mia
noi sopravvissuti stiamo imparando
a camminare in questa nuova vita

I ricordi dei ricordi
tornano a trovarmi:
la nonna come un’ombra
vestita di nero
prima di cena si ritirava nella stanza da letto
in un angolo tra la porta e l’armadio
nascondeva un piccolo altare
c’erano le foto di tutti i suoi morti
accendeva una candela
e pregava
con il rosario tra le mani
Mi rivedo lì ad osservare quei piccoli rituali
‘Povera vecchia’, pensavo

Oggi quell’ombra sono io
la tua foto e quella di babbo sul comodino vicino al letto
la sera accendo una candela
e zitta, zitta
senza farmi sentire
ti piango:
‘Bigols mia, bimba mia… Dove sei?’
Povera me

In questo viaggio ai confini di me stessa
continuo a cercare le parole per dirlo
e il tema per un addio

‘So perché ci sforziamo di impedire ai morti di morire:
ci sforziamo di impedirglielo per tenerli con noi.
So anche che, se dobbiamo continuare a vivere,
viene il momento in cui dobbiamo abbandonarli, lasciarli andare, tenerceli così come sono, morti.’*

Addio, Laura, donna
Benvenuta, Laura, spirito.

* (L’anno del pensiero magico’ – Joan Didion)